mercoledì 22 giugno 2016

Tea Tree Oil: Un tesoro da tenere in casa


L'utilizzo delle foglie dell'albero di Melaleuca Alternifolia è di antiche origini, le popolazioni autoctone dell'Australia infatti utilizzavano l'olio che si ricavava da questa pianta per curare le ferite e per combattere le infestazioni dei parassiti. Il nome Tea tree (albero del tè) si deve a James Cook, scopritore dell'Australia, che ne utilizzava l'estratto delle foglie per ricavare un infuso rinfrescante (simile al tè) dalle proprietà curative ed antisettiche.

La Melaleuca alternifolia è un arbusto della famiglia delle Mirtacee, è originario dell'Australia, Malesia, Indonesia e Nuova Guinea, cresce in zone paludose, le foglie sono lineari, lunghe, i fiori bianchi e riuniti in grappoli dai tre ai cinque centimetri, i frutti sono legnosi e a forma di coppa del diametro di due - tre millimetri.
L'olio di Tea tree si ricava per distillazione in corrente di vapore dalle foglie, le proprietà curative sono dovute alla presenza del Terpinolo - 4 e dell' 1,8 Cineolo.

Terpineolo - 4
1,8 Cineolo

Numerosi sono gli usi che si possono fare di questo olio, infatti grazie alla sua azione antifungina può essere utilizzato puro per combattere le onicomicosi, grazie all'azione penetrante nei tessuti danneggiati dell'unghia, può essere una cura naturale contro le afte e mughetto, grazie al suo potere antibatterico, inoltre avendo anche azione antivirale può essere un rimedio efficacie contro l'herpes labiale.

Si può anche inserire un paio di gocce di Tea Tree in bagnoschiuma o sapone per l'igiene intima, sarà un'ottima cura per combattere cistiti e varie infezioni vaginali, grazie alla sua azione antibatterica e antimicotica.
Inoltre si può utilizzare questo prezioso olio per alleviare irritazioni cutanee dovute a scottature o punture d'insetti o per eliminare verruche.
Si possono ottenere ottimi suffumigi per combattere infezioni alle vie respiratorie, grazie all'azione mucolitica e antibatterica che possiede l'estratto di Melaleuca, ma anche assumere qualche goccia per via orale per combattere mal di gola e raffreddore e per stimolare le difese immunitarie.

Inoltre poche gocce di questo olio possono essere utili per la pulizia degli ambienti se inserite nei prodotti per la pulizia della casa, utilissime per eliminare in modo naturale pulci e pidocchi.
Non presenta tossicità se utilizzato nelle dosi consigliate, può provocare reazioni allergiche cutenee o disturbi digestivi con nausee e vomito se assunto in dosi eccessive.
E' controindicato in gravidanza e durante l'allattamento e in pazienti con insufficienza epatica e renale, è assolutamente sconsigliato l'uso orale per i bambini al di sotto di cinque anni. Non utilizzare su cute lesa, può provocare irritazione, ha un odore molto forte e pungente.


Dott.ssa Annarita Mazzarelli


giovedì 18 febbraio 2016

Imparare a conoscere e rispettare la Natura con le Fiabe: "Un' Amica davvero Speciale"


E’ una bella mattina di fine Ottobre, i raggi del sole fanno capolino tra le nuvole  riscaldando l’aria, che dato il periodo autunnale comincia ad essere fresca, il venticello scuote i rami dei grossi tigli, ormai quasi completamente privi di foglie, che sovrastano il parco che conduce il piccolo Andrea verso la scuola.
Andrea ha otto anni frequenta la terza elementare percorre tutte le mattine questo viale, conosce alla perfezione ogni dettaglio e ogni singolo albero, molte volte si sofferma  ad osservare il paesaggio che lo circonda, ripensa all'estate quando con i suoi amichetti andava a giocare a pallone sotto l’ombra dei grandi alberi, che con i rami folti di bellissime foglie verdi creavano un soffitto verde che donava sollievo dal grande caldo.
Ora è autunno, i grossi tigli hanno i rami ormai privi di foglie, e quel soffitto verde è diventato un pavimento di foglie secche, cadute sul terreno tutte raggrinzite e di colori diversi che vanno dal giallo, all'arancione al rosso e al marrone.

Andrea continua a viaggiare con la mente e ripensa a come tra qualche mese arriverà l’inverno e ci sarà la neve ad imbiancare  i rami e lui con il papà e la sua sorellina Gaia farà un bel pupazzo di neve, con il visetto simpatico e di dimensioni grandissime, e poi un’ esaltante gara a tirare palle di neve.
Pensando a questi bei discorsi, il piccolo Andrea è già arrivato a metà viale, ma mentre oltrepassa la grande quercia che domina il centro del parco, sente una vocina flebile che dice: “Attento, attento, mi fai male… fai piano”, il bambino stupito e anche un po’ spaventato si ferma, si guarda intorno, ma non scorge nessuno, se non in lontananza un bambino ed una mamma che percorrono il parco. Andrea pensa fra sé e sé: “Chi può essere stato a parlare?”. Fa un altro passo e sente nuovamente la vocina: “Vuoi fare attenzione? Non calpestarmi, sono qui a terra, non farmi del male”.
Udendo queste parole Andrea si china e guardando attentamente sul terreno coperto di foglie dai colori più disparati dice:  “Chi sei?”.
“Ciao, sono qui eccomi, sono la fogliolina che sta sotto ai tuoi piedi, prendimi in mano, così parliamo un po’, sei un bambino così dolce ed educato, amante della natura,  mi piacerebbe fare  amicizia con te”. Andrea stupito, ma molto curioso fa quello che la vocina gli ha chiesto, si china e raccoglie da terra una fogliolina molto bella, ma un po’ raggrinzita dal colore non ben definito che va dal giallo all'arancione, con la manina le  fa una carezza e dice: “Scusami,  non volevo farti del male, sei così bella, io mi chiamo Andrea ho otto anni, sto andando a scuola frequento la terza elementare. Tu come ti chiami?”.
La fogliolina è ben stretta tra le mani del bambino, un raggio di sole la colpisce e rende ancora più particolare il suo colore che appare arancione con sfumature di color mattone, il venticello muovendo leggermente la parte superiore la fa sembrare animata, come se volesse sorridere al piccolo Andrea  e con una vocina squillante dice: “Mi chiamo Lilly, sono una foglia di quercia, vedi questo grande albero secolare è la quercia, appartiene alla classe degli alberi caduchi, ovvero quel tipo di alberi che in inverno perde le foglie”.

Il bambino con uno sguardo un po’ triste chiede a Lilly: “Come mai la quercia perde le foglie in autunno? Sai io in estate vengo spesso con i miei amici a giocare a nascondino qui nel parco, la tua pianta ha un tronco così alto e spesso che è un nascondiglio davvero imbattibile, ma l’albero ha tantissime foglie di un bel colore verde brillante, e durante le giornate di solleone vengo con la mia famiglia a fare un pic-nic, solo sotto ai rami riusciamo a trovare sollievo dal caldo asfissiante.
Poi quando a Settembre comincio a percorrere il viale alberato per andare a scuola, pian piano vedo che il colore delle foglie si scurisce diventa prima giallo e poi pian piano arancione, bruno, e marrone, fino a che il soffitto che è sui rami, forma una specie di tappeto sul terreno, quando poi arriva l’inverno e cade la neve ormai non ci sono più foglie sui rami, e diviene tutto bianco.

Come mai succede tutto questo?”. Lilly attenta alle parole del bambino prontamente risponde esclamando: “Si Andrea anche io mi ricordo di te, ti ho visto a primavera correre con i tuoi amichetti giocando a pallone e a nascondino, le vostre grida gioiose mi riempiono di allegria, certo che alle volte siete poco rispettosi della natura, come per esempio non raccogliete le cartacce delle patatine e dimenticate le confezioni di caramelle e cioccolate e lasciate per terra le cicche dei chewing gum. Questo è sbagliatissimo, la natura va rispettata, sai che una carta o una bottiglia di plastica gettata sul terreno resta lì per anni e anni e impedisce alle piante di crescere in maniera adeguata? Io mi nutro di acqua mista a sostanze nutritive presenti nel terreno, a portare il nutrimento lungo tutto il tronco fino alle estremità dei rami e infine a noi foglie sono le radici, vedi qui sotto al terreno ci sono delle lunghe e grosse radici, sono così grandi perché il mio albero è secolare, quindi sono anni e anni che crescendo ha sviluppato un apparato radicale molto fitto.

Dal terreno per capillarità l’acqua e il nutrimento sale per tutto il tronco, come se ci fosse una cannuccia che soffiando fa salire l’acqua fino all'alto. Sai Andrea di che materiale è costituito il tronco dell’albero?” Andrea che ha scuola ha da poco seguito una lezione di botanica con la maestra di scienze esclama prontamente: “Si Lilly certo, il tronco e i rami sono fatti di legno, è un materiale costituito da cellulosa da cui si ricava il legno per fare i mobili, i banchi di scuola sono fatti in legno, il tavolo della mia cucina è di legno, il mio lettino anche, così anche in inverno la nonna accende il camino con pezzi di tronco di legno e poi dal legno, attraverso una lavorazione particolare si ottiene la carta, i miei quaderni sono fatti di carta, i giornali, i libri. La maestra ha detto che non bisogna sprecare la carta e non bisogna gettare le cartacce per terra, ma bisogna cercare di riciclarla in modo da poter ottenere nuovamente la carta, senza dover tagliare gli alberi dai boschi, per di più la deforestazione rende il terreno più soggetto a smottamenti ed alluvioni, poiché le radici cercano di tenere fermo il terreno.”

Lilly molto contenta per la preparazione di Andrea esclama: “Bravissimo Andrea, succede proprio questo, in autunno e in inverno purtroppo il freddo gela i vasi che conducono il nutrimento a noi foglie e non riusciamo più a ricevere le sostanze nutritive quindi il nostro colore cambia, fino a quando ci stacchiamo dal ramo e cadiamo nel terreno”. Andrea abbassando lo sguardo esclama: “Lilly come mai cambi colore? Perché in estate sei verde e ora sei marrone?”.
La fogliolina con la voce squillante risponde: “Sai il colore verde è dovuto al fenomeno detto fotosintesi clorofilliana, questo fenomeno avviene solo grazie alla presenza del sole, un pigmento di colore verde detto clorofilla con le radiazioni del sole dona a noi foglie la colorazione verde, ma quando in autunno il sole comincia ad essere meno caldo e i raggi non riescono più a riscaldare noi foglie, cominciamo a cambiare colore ed ecco che prima siamo gialle e poi pian piano arancioni, e poi marroni, fino a cadere.”

Andrea ascolta le spiegazioni di Lilly con molta attenzione e curiosità e continua a interrogare la sua nuova amica dicendo: “Quindi in inverno è come se il tuo albero va in letargo, come succede per alcuni animali?” La fogliolina risponde prontamente esclamando: “Si esatto, in inverno le attività della pianta vengono rallentate e ridotte al minimo, proprio come succede ad alcuni animaletti che abitano i boschi, ma appena le temperature cominciano ad essere miti, e la neve si scioglie sull’apice dei rami cominciano a fare capolino le gemme da cui poi nasciamo noi foglie, i fiori e poi dai fiori si formano i frutti, per esempio il frutto della quercia si chiama ghianda, non viene raccolta per essere mangiata dagli uomini, non è affatto buona, ma ne vanno molto ghiotti i maiali.” Andrea sembra un fiume in piena di curiosità e continua a fare domande a Lilly dicendo: “Ma tutti gli alberi perdono le foglie in inverno? Ma cosa sono i fiori e i frutti e da cosa nascono gli alberi?”. Lilly sempre più felice di poter rispondere ai quesiti del suo caro amico esclama: “ Bene devi sapere che io faccio parte degli alberi che in inverno perdono le foglie, come i tigli, i pioppi, mentre ci sono gli alberi detti sempreverdi come gli abeti, proprio quello che a Natale viene addobbato di palline colorate e nastri dorati. Se tu noti bene l’abete è formato da piccole foglie aghiformi, a differenza di me per vivere hanno bisogno di pochissimo nutrimento e quindi riescono a sopravvivere anche in condizioni più estreme come può essere l’inverno, il frutto dell’abete è la pigna all'interno della quale sono racchiusi i semi, che si chiamano pinoli e che in questo caso sono buonissimi e vengono mangiati. Il regno vegetale è costituito da una stragrande varietà di specie alcune sono molto semplici costituite da poche cellule spesso organizzate in strutture non complesse, per esempio i funghi, i licheni e il muschio, poi ci sono le felci e  poi le piante definite superiori, fiori e appunto gli alberi che costituiscono le foreste. I funghi e i licheni non sono capaci di nutrirsi da soli, non hanno radici, ma vivono attaccati ai nostri alberi grazie ai quali riesco a crescere, ci sono innumerevoli varietà di funghi alcuni sono commestibili e vengono usati per cucinare ottimi piatti, ma altri sono definiti velenosi e assolutamente non vanno raccolti perché sono tossici, i funghi si riconoscono perché sono costituiti da uno stelo su cui poggia un cappello che può essere colorato o bianco, alcuni sono veramente molto molto belli, i funghi non hanno semi, ma rilasciano nel terreno delle spore da cui poi crescerà il nuovo fungo. Anche i licheni non riescono a nutrirsi da soli e vivono attaccati ai tronchi degli alberi, se noti bene il tronco della quercia vedi da un lato tanto verde, quello è il muschio, cresce dal lato nord, dove non arriva mai il sole, quindi se vedi il muschio sappi sempre che ti trovi in direzione nord. Le piante superiori sono invece costituite da radici, tronco, rami, foglie, fiori e frutti e in ultimo semi. Le radici prendono il nutrimento dal terreno e lo distribuiscono al tronco e poi ai rami e alle foglie.
Io sono una foglia, sono importante perché svolgo la fotosintesi clorofilliana dove grazie alla luce, all'anidride carbonica e all'acqua riesco a produrre glucosio, uno dei più importanti nutrimenti per la pianta, e libero ossigeno il componente principale dell’aria dell’atmosfera,  in più noi foglie abbiamo delle piccole aperture dette stomi sulle nostre superfici che permettono il trasferimento di gas con l’atmosfera esterna.
I fiori sono importantissimi perché grazie a loro le piante si riproducono, i fiori sono costituiti dal calice la parte inferiore dove sono presenti le foglioline dette sepali, poi c’è la corolla formata dai petali spesso colorata e poi c’è nei fiori femminili l’ovario e nei fiori maschili gli stami dove all'interno c’è il polline.
Gli insetti come per esempio le api, ma anche gli uccelli, attratti dal colore appariscente di alcuni fiori si posano sui fiori e si nutrono di polline che è una polverina dolce e saltando da un fiore ad un altro trasportano il polline dai fiori maschili a quelli femminili ed ecco che i fiori femminili impollinati si ingrossano e diventano frutti. Anche il vento è importante per trasportare il polline, soprattutto nelle piante in cui i fiori appaiono poco colorati. I frutti quindi sono i prodotti della modificazione dell’ovario a seguito della fecondazione, al suo interno si trova il seme che una volta caduto nel terreno darà vita ad una nuova pianta. I frutti sono spesso molto colorati e succulenti, come le ciliegie e le fragole, dalle arance si ricava un buonissimo succo, insomma i frutti sono elementi essenziali per il nutrimento di tutti uomini, ma anche animali.

Andrea ha il visetto molto attento e felice nell'ascoltare i racconti della fogliolina: ”Grazie, quante cose mi hai insegnato, sei fortissima, ho imparato che devo avere rispetto per la natura che ci circonda, è un dono da amare . Lilly lo guarda sorridendo: “Sei davvero un bambino eccezionale, ti voglio molto bene, ora però si è fatto tardi, devi andare a scuola, le lezioni stanno per cominciare”. Lo sguardo del ragazzino si incupisce, abbassa gli occhi e sul viso comincia a scendere una lacrimuccia che gli riga le guanciotte rosse: “No Lilly non voglio lasciarti qui per terra, se resterai qui ti schiacceranno e tu diventerai concime per il terreno, come farò a parlare ancora con te?” Lilly lo guarda e sorride: ”Non devi preoccuparti, su asciugati gli occhi, io resterò sempre con te, puoi mettermi tra le pagine del tuo libro preferito e ogni volta che vorrai potrai passare del tempo insieme a me”. Andrea saltando dalla gioia, tira fuori dalla cartella il libro di lettura, lo apre, accarezza Lilly e la ripone tra le pagine del libro, sistema la cartella, la chiude e la mette in spalla e correndo si incammina verso la scuola, con la gioia di avere una nuova e speciale amica.
Dott. ssa Annarita Mazzarelli

mercoledì 17 febbraio 2016

HYPERICUM PERFORATUM: EFFICACIA TERAPEUTICA E POSSIBILI INTERAZIONI


Hypericum perforatum è una pianta appartenente alla famiglia delle Clusiaceae.
La droga è rappresentata delle sommità essiccate che contengono porzioni di fusti, foglie e fiori.
Fin dall’antichità è stata utilizzata come vulnerario e come regolatore del tono dell’umore.
L’azione antidepressiva è stata quella maggiormente studiata, come confermato dai numerosi studi di fitochimica e farmacologici, in vitro, in vivo e clinici.
I principi attivi di maggiore importanza farmacologica sono identificati nelle ipericine e nelle iperforine e nella frazione dei flavonoidi, tra cui quercitina, isoquercitina, rutina.
Ipericina


Il meccanismo d’azione non è ancora chiaramente definito soprattutto per la presenza di dati di letteratura che non sempre risultano in accordo. La droga e gli estratti agiscono sul sistema serotoninergico, bloccando la ricaptazione della serotonina, ma anche sul sistema adrenergico.

Evidenze scientifiche testimoniano una efficacia antidepressiva dell’Iperico, ma solo nei casi di depressione lieve o al più moderata, l’efficacia risulta talvolta paragonabile anche a farmaci quali fluoxetina e citalopram, ma anche in questo caso i risultati a volte risultano discordi.
Nuove prospettive di utilizzo degli estratti di iperico riguardano l’impiego in malattie come il disturbo di iperattività in bambini e adolescenti, la sindrome premestruale e la dipendenza dal fumo di sigaretta, ma i risultati non evidenziano in maniera univoca una efficacia del trattamento fitoterapico. Molto investigati risultano alcuni aspetti quali le possibili interazioni con il metabolismo dei farmaci. Sia l’iperico che alcuni suoi componenti risultano induttori del Citocromo P450 e della proteina P, enzimi chiave nella metabolizzazione di diverse classi di farmaci tra i quali alprazolam, tolbutamide, digossina, ciclosporina, e molecole contenute nelle pillole usata come contraccettivi orali come etinilestradiolo e dosogestrel.
Inoltre in caso di assunzione contemporanea di farmaci che agiscono con lo stesso meccanismo d’azione ossia inibizione della ricaptazione della serotonina, si possono raggiungere livelli di concentrazione di serotonina tali da indurre  una Sindrome serotoninergica. Questa è determinata da un eccessivo rilascio dalle terminazioni nervose di serotoniana. I sintomi con cui si manifesta tale disturbo sono alterazioni dello stato mentale, come agitazione, confusione, irrequietezza, disorientamento; alterazioni dello stato vegetativo, come sudorazione, senso di calore, instabilità pressoria, tachicardia, variazioni pupillari e febbre; alterazioni neuromuscolari, come tremore, iperriflessia, rigità e inoltre cefalea, nausea, ansietà e diarrea.
Allo stato attuale risulta di primaria importanza il monitoraggio dei pazienti che utilizzano iperico in concomitanza con trattamenti farmacologici, la cui efficacia clinica può essere alterata dall’assunzione di integratori alimentari contenenti iperico.
Attuale, per la sicurezza e la salvaguardia della salute dei consumatori sono state imposte restrizioni nella quantità di ipericina presente nelle formulazioni contenenti iperico che dovrebbe limitare i possibili rischi di interazione.
La circolare del Ministero della salute del 18/7/2002, n.3 Applicazione della procedura di notifica di etichetta di cui all’art.7 del decreto legislativo n˚111/1992, ai prodotti a base di piante e derivati aventi finalità salutistiche afferma che :ʺ i preparati a base di Iperico devono sempre riportare la titolazione in ipericina, il cui tenore va indicato in etichetta per quantità di assunzione giornaliera consigliata. L’ apporto giornaliero di ipericina non deve superare i 21 mcg/die, tenore che corrisponde a 7 mg di iperico con titolo 0,3% di tale sostanza. Il predetto limite di 7 mg vale anche in caso di impiego di iperico a tenore ridotto di ipericina. Tale quantitativo, infatti, fornisce sufficienti garanzie per un uso alimentare della pianta, considerando che i suoi effetti farmacologici sembrano ascrivibili a vari principi attivi e che livelli più elevati comportano il rischio di interferenze con l’attività di altri farmaci.”  

Dott.ssa Annarita Mazzarelli