E’ una bella mattina di
fine Ottobre, i raggi del sole fanno capolino tra le nuvole riscaldando l’aria, che dato il periodo
autunnale comincia ad essere fresca, il venticello scuote i rami dei grossi
tigli, ormai quasi completamente privi di foglie, che sovrastano il parco che
conduce il piccolo Andrea verso la scuola.
Andrea ha otto anni
frequenta la terza elementare percorre tutte le mattine questo viale, conosce
alla perfezione ogni dettaglio e ogni singolo albero, molte volte si
sofferma ad osservare il paesaggio che
lo circonda, ripensa all'estate quando con i suoi amichetti andava a giocare a
pallone sotto l’ombra dei grandi alberi, che con i rami folti di bellissime
foglie verdi creavano un soffitto verde che donava sollievo dal grande caldo.
Ora è autunno, i grossi
tigli hanno i rami ormai privi di foglie, e quel soffitto verde è diventato un
pavimento di foglie secche, cadute sul terreno tutte raggrinzite e di colori
diversi che vanno dal giallo, all'arancione al rosso e al marrone.
Andrea continua a
viaggiare con la mente e ripensa a come tra qualche mese arriverà l’inverno e
ci sarà la neve ad imbiancare i rami e
lui con il papà e la sua sorellina Gaia farà un bel pupazzo di neve, con il
visetto simpatico e di dimensioni grandissime, e poi un’ esaltante gara a
tirare palle di neve.
Pensando a questi bei
discorsi, il piccolo Andrea è già arrivato a metà viale, ma mentre oltrepassa
la grande quercia che domina il centro del parco, sente una vocina flebile che
dice: “Attento, attento, mi fai male… fai piano”, il bambino stupito e anche un
po’ spaventato si ferma, si guarda intorno, ma non scorge nessuno, se non in
lontananza un bambino ed una mamma che percorrono il parco. Andrea pensa fra sé
e sé: “Chi può essere stato a parlare?”. Fa un altro passo e sente nuovamente
la vocina: “Vuoi fare attenzione? Non calpestarmi, sono qui a terra, non farmi
del male”.
Udendo queste parole
Andrea si china e guardando attentamente sul terreno coperto di foglie dai
colori più disparati dice: “Chi sei?”.
“Ciao, sono qui eccomi,
sono la fogliolina che sta sotto ai tuoi piedi, prendimi in mano, così parliamo
un po’, sei un bambino così dolce ed educato, amante della natura, mi piacerebbe fare amicizia con te”. Andrea stupito, ma molto
curioso fa quello che la vocina gli ha chiesto, si china e raccoglie da terra
una fogliolina molto bella, ma un po’ raggrinzita dal colore non ben definito
che va dal giallo all'arancione, con la manina le fa una carezza e dice: “Scusami, non volevo farti del male, sei così bella, io
mi chiamo Andrea ho otto anni, sto andando a scuola frequento la terza elementare.
Tu come ti chiami?”.
La fogliolina è ben
stretta tra le mani del bambino, un raggio di sole la colpisce e rende ancora
più particolare il suo colore che appare arancione con sfumature di color
mattone, il venticello muovendo leggermente la parte superiore la fa sembrare
animata, come se volesse sorridere al piccolo Andrea e con una vocina squillante dice: “Mi chiamo
Lilly, sono una foglia di quercia, vedi questo grande albero secolare è la quercia,
appartiene alla classe degli alberi caduchi, ovvero quel tipo di alberi che in
inverno perde le foglie”.
Il bambino con uno
sguardo un po’ triste chiede a Lilly: “Come mai la quercia perde le foglie in
autunno? Sai io in estate vengo spesso con i miei amici a giocare a nascondino
qui nel parco, la tua pianta ha un tronco così alto e spesso che è un
nascondiglio davvero imbattibile, ma l’albero ha tantissime foglie di un bel
colore verde brillante, e durante le giornate di solleone vengo con la mia
famiglia a fare un pic-nic, solo sotto ai rami riusciamo a trovare sollievo dal
caldo asfissiante.
Poi quando a Settembre
comincio a percorrere il viale alberato per andare a scuola, pian piano vedo
che il colore delle foglie si scurisce diventa prima giallo e poi pian piano
arancione, bruno, e marrone, fino a che il soffitto che è sui rami, forma una
specie di tappeto sul terreno, quando poi arriva l’inverno e cade la neve ormai
non ci sono più foglie sui rami, e diviene tutto bianco.
Come mai succede tutto
questo?”. Lilly attenta alle parole del bambino prontamente risponde
esclamando: “Si Andrea anche io mi ricordo di te, ti ho visto a primavera
correre con i tuoi amichetti giocando a pallone e a nascondino, le vostre grida
gioiose mi riempiono di allegria, certo che alle volte siete poco rispettosi
della natura, come per esempio non raccogliete le cartacce delle patatine e
dimenticate le confezioni di caramelle e cioccolate e lasciate per terra le
cicche dei chewing gum. Questo è sbagliatissimo, la natura va rispettata, sai
che una carta o una bottiglia di plastica gettata sul terreno resta lì per anni
e anni e impedisce alle piante di crescere in maniera adeguata? Io mi nutro di
acqua mista a sostanze nutritive presenti nel terreno, a portare il nutrimento
lungo tutto il tronco fino alle estremità dei rami e infine a noi foglie sono
le radici, vedi qui sotto al terreno ci sono delle lunghe e grosse radici, sono
così grandi perché il mio albero è secolare, quindi sono anni e anni che
crescendo ha sviluppato un apparato radicale molto fitto.
Dal terreno per
capillarità l’acqua e il nutrimento sale per tutto il tronco, come se ci fosse
una cannuccia che soffiando fa salire l’acqua fino all'alto. Sai Andrea di che
materiale è costituito il tronco dell’albero?” Andrea che ha scuola ha da poco
seguito una lezione di botanica con la maestra di scienze esclama prontamente:
“Si Lilly certo, il tronco e i rami sono fatti di legno, è un materiale
costituito da cellulosa da cui si ricava il legno per fare i mobili, i banchi
di scuola sono fatti in legno, il tavolo della mia cucina è di legno, il mio
lettino anche, così anche in inverno la nonna accende il camino con pezzi di
tronco di legno e poi dal legno, attraverso una lavorazione particolare si
ottiene la carta, i miei quaderni sono fatti di carta, i giornali, i libri. La
maestra ha detto che non bisogna sprecare la carta e non bisogna gettare le
cartacce per terra, ma bisogna cercare di riciclarla in modo da poter ottenere
nuovamente la carta, senza dover tagliare gli alberi dai boschi, per di più la
deforestazione rende il terreno più soggetto a smottamenti ed alluvioni, poiché
le radici cercano di tenere fermo il terreno.”
Lilly molto contenta
per la preparazione di Andrea esclama: “Bravissimo Andrea, succede proprio
questo, in autunno e in inverno purtroppo il freddo gela i vasi che conducono
il nutrimento a noi foglie e non riusciamo più a ricevere le sostanze nutritive
quindi il nostro colore cambia, fino a quando ci stacchiamo dal ramo e cadiamo
nel terreno”. Andrea abbassando lo sguardo esclama: “Lilly come mai cambi
colore? Perché in estate sei verde e ora sei marrone?”.
La fogliolina con la
voce squillante risponde: “Sai il colore verde è dovuto al fenomeno detto
fotosintesi clorofilliana, questo fenomeno avviene solo grazie alla presenza
del sole, un pigmento di colore verde detto clorofilla con le radiazioni del
sole dona a noi foglie la colorazione verde, ma quando in autunno il sole
comincia ad essere meno caldo e i raggi non riescono più a riscaldare noi foglie,
cominciamo a cambiare colore ed ecco che prima siamo gialle e poi pian piano
arancioni, e poi marroni, fino a cadere.”
Andrea ascolta le
spiegazioni di Lilly con molta attenzione e curiosità e continua a interrogare
la sua nuova amica dicendo: “Quindi in inverno è come se il tuo albero va in
letargo, come succede per alcuni animali?” La fogliolina risponde prontamente
esclamando: “Si esatto, in inverno le attività della pianta vengono rallentate
e ridotte al minimo, proprio come succede ad alcuni animaletti che abitano i
boschi, ma appena le temperature cominciano ad essere miti, e la neve si
scioglie sull’apice dei rami cominciano a fare capolino le gemme da cui poi
nasciamo noi foglie, i fiori e poi dai fiori si formano i frutti, per esempio
il frutto della quercia si chiama ghianda, non viene raccolta per essere
mangiata dagli uomini, non è affatto buona, ma ne vanno molto ghiotti i
maiali.” Andrea sembra un fiume in piena di curiosità e continua a fare domande
a Lilly dicendo: “Ma tutti gli alberi perdono le foglie in inverno? Ma cosa
sono i fiori e i frutti e da cosa nascono gli alberi?”. Lilly sempre più felice
di poter rispondere ai quesiti del suo caro amico esclama: “ Bene devi sapere
che io faccio parte degli alberi che in inverno perdono le foglie, come i
tigli, i pioppi, mentre ci sono gli alberi detti sempreverdi come gli abeti, proprio
quello che a Natale viene addobbato di palline colorate e nastri dorati. Se tu
noti bene l’abete è formato da piccole foglie aghiformi, a differenza di me per
vivere hanno bisogno di pochissimo nutrimento e quindi riescono a sopravvivere
anche in condizioni più estreme come può essere l’inverno, il frutto dell’abete
è la pigna all'interno della quale sono racchiusi i semi, che si chiamano
pinoli e che in questo caso sono buonissimi e vengono mangiati. Il regno
vegetale è costituito da una stragrande varietà di specie alcune sono molto
semplici costituite da poche cellule spesso organizzate in strutture non
complesse, per esempio i funghi, i licheni e il muschio, poi ci sono le felci e
poi le piante definite superiori, fiori
e appunto gli alberi che costituiscono le foreste. I funghi e i licheni non
sono capaci di nutrirsi da soli, non hanno radici, ma vivono attaccati ai
nostri alberi grazie ai quali riesco a crescere, ci sono innumerevoli varietà
di funghi alcuni sono commestibili e vengono usati per cucinare ottimi piatti,
ma altri sono definiti velenosi e assolutamente non vanno raccolti perché sono
tossici, i funghi si riconoscono perché sono costituiti da uno stelo su cui
poggia un cappello che può essere colorato o bianco, alcuni sono veramente
molto molto belli, i funghi non hanno semi, ma rilasciano nel terreno delle
spore da cui poi crescerà il nuovo fungo. Anche i licheni non riescono a
nutrirsi da soli e vivono attaccati ai tronchi degli alberi, se noti bene il
tronco della quercia vedi da un lato tanto verde, quello è il muschio, cresce
dal lato nord, dove non arriva mai il sole, quindi se vedi il muschio sappi
sempre che ti trovi in direzione nord. Le piante superiori sono invece
costituite da radici, tronco, rami, foglie, fiori e frutti e in ultimo semi. Le
radici prendono il nutrimento dal terreno e lo distribuiscono al tronco e poi
ai rami e alle foglie.
Io sono una foglia,
sono importante perché svolgo la fotosintesi clorofilliana dove grazie alla
luce, all'anidride carbonica e all'acqua riesco a produrre glucosio, uno dei
più importanti nutrimenti per la pianta, e libero ossigeno il componente
principale dell’aria dell’atmosfera, in
più noi foglie abbiamo delle piccole aperture dette stomi sulle nostre
superfici che permettono il trasferimento di gas con l’atmosfera esterna.
I fiori sono
importantissimi perché grazie a loro le piante si riproducono, i fiori sono
costituiti dal calice la parte inferiore dove sono presenti le foglioline dette
sepali, poi c’è la corolla formata dai petali spesso colorata e poi c’è nei fiori
femminili l’ovario e nei fiori maschili gli stami dove all'interno c’è il
polline.
Gli insetti come per
esempio le api, ma anche gli uccelli, attratti dal colore appariscente di
alcuni fiori si posano sui fiori e si nutrono di polline che è una polverina
dolce e saltando da un fiore ad un altro trasportano il polline dai fiori
maschili a quelli femminili ed ecco che i fiori femminili impollinati si
ingrossano e diventano frutti. Anche il vento è importante per trasportare il
polline, soprattutto nelle piante in cui i fiori appaiono poco colorati. I
frutti quindi sono i prodotti della modificazione dell’ovario a seguito della
fecondazione, al suo interno si trova il seme che una volta caduto nel terreno
darà vita ad una nuova pianta. I frutti sono spesso molto colorati e
succulenti, come le ciliegie e le fragole, dalle arance si ricava un buonissimo
succo, insomma i frutti sono elementi essenziali per il nutrimento di tutti
uomini, ma anche animali.
Andrea ha il visetto
molto attento e felice nell'ascoltare i racconti della fogliolina: ”Grazie,
quante cose mi hai insegnato, sei fortissima, ho imparato che devo avere
rispetto per la natura che ci circonda, è un dono da amare . Lilly lo guarda
sorridendo: “Sei davvero un bambino eccezionale, ti voglio molto bene, ora però
si è fatto tardi, devi andare a scuola, le lezioni stanno per cominciare”. Lo
sguardo del ragazzino si incupisce, abbassa gli occhi e sul viso comincia a
scendere una lacrimuccia che gli riga le guanciotte rosse: “No Lilly non voglio
lasciarti qui per terra, se resterai qui ti schiacceranno e tu diventerai
concime per il terreno, come farò a parlare ancora con te?” Lilly lo guarda e
sorride: ”Non devi preoccuparti, su asciugati gli occhi, io resterò sempre con
te, puoi mettermi tra le pagine del tuo libro preferito e ogni volta che vorrai
potrai passare del tempo insieme a me”. Andrea saltando dalla gioia, tira fuori
dalla cartella il libro di lettura, lo apre, accarezza Lilly e la ripone tra le
pagine del libro, sistema la cartella, la chiude e la mette in spalla e
correndo si incammina verso la scuola, con la gioia di avere una nuova e
speciale amica.
Dott. ssa Annarita Mazzarelli